Quando il villaggio batte il web

Sempre più spesso sento parlare di privacy, tutela dei nostri dati, i social network e le informazioni che tutti noi cediamo spontaneamente al web, i pericoli di essere schedulati, tutti ci spiano, google, facebook, ecc. ecc.
C'è qualcosa che non mi torna....ma se tutti noi iniettiamo i fatti nostri sul web ci sarà un motivo? Certamente, la volontà di farsi trovare, di comunicare al mondo o a ristrette parti di esso, chi siamo, cosa facciamo, chi cerchiamo per relazionarci, quindi c'è una, nemmeno tanto celata, voglia di "donare" alla rete i propri dati.

Eppure.....eppure alla fine quel gran "villaggio" che è l'Italia, batte di gran lunga il web, i social networks, lo "sputtanamento" digitale, che tanto cerchiamo inconsciamente ma consciamente osteggiamo, al fine di tutelarci dai "grandi fratelli", dagli spioni digitali. Perchè il villaggio batte il web 10 a 0?

Semplice, ancora oggi, siamo nel 2012 ormai, i media, giornalisti, professori, chi sta nelle stanze dei bottoni, non cerca le risorse facendo scouting sulla rete, ma lavorano ancora con il passaparola, l'amico dell'amico, il vicino, si vedono in giro sempre le stesse facce, sempre provenienti dalle stesse grandi città, non ci si scomoda a ricercare online, certo con le dovute verifiche, non bisogna affidarsi alle prime 4 chiacchiere che qualcuno scrive sul proprio blog, ma i mezzi per verificare ci sono tutti....ma questo sembra già uno step successivo, al quale non si arriva perchè manca il primo step ossia il "farsi un giro in rete".

 Allora? Allora di che parliamo? Di web reputation? Di privacy? Ma di chi ci dobbiamo preoccupare? 
Qualcuno dirà che ci dobbiamo preoccupare del marketing, delle grandi aziende che useranno i nostri dati per profilarci e per venderci dei prodotti appetibili...uhmmm va bene...meglio così...oppure ok una piccola scocciatura sopportabile, ma la mia domanda resta.
Se siamo così profilabili, c'è uno straccio di qualcuno che sta nella stanza dei bottoni che si occupa di fare questo benedetto profilo?
Personalmente NON credo proprio, le uniche volte che ho visto tirar gente nel mondo reale dal mondo virtuale, erano tutti blogger di argomenti di ampissimo respiro, opinionisti politici, attivisti vari, ragazze che parlano delle loro esperienze sessuali e siamo alle tre "S" dell'informazione Sangue Sesso Soldi.....

Ma se c'è da contattare un esperto di qualcosa, vanno online a cercare? Incrociano i dati dell'argomento che vogliono trattare con la tematica tecnica che dovrebbe trattare l'esperto? Seeee figurati....
Sembra di vivere in un Paese dove le dita diventano pesanti, pesantissime quando c'è da "cercare" qualcuno/qualcosa online, meglio alzare la cornetta e chiedere all'amico se conosce qualcuno o rivolgersi alle solite Istituzioni/TV che mandano uno che magari si occupa d'altro, ma proviene dal passaparola....

Ieri ho visto a "Mi manda Rai 3", che una superstar della medicina, come il Prof. Marco Lanzetta, il primo che ha effettuato un trapianto di mano, con decine di pubblicazioni scientifiche al suo attivo, non è stato preso come professore ordinario in un'università di scarso ordine, secondo i rating internazionali, nonostante avesse più titoli di tutti....per favorire chi? 

Voi direte, che sono cose che si sanno, i baronati, ecc. ecc. Daccordo ok....ma siam sempre lì....tuteliamo i nostri dati? Ma da chi? Se tanto sono in posti dove nessuno, salvo la "base" bazzica? I capoccia non passano dal web....potrei concludere questa riflessione con: "Il web non è un paese per caporali, ma solo per la truppa".

PS: A quanti di voi è capitato il vecchio amico di liceo, che vi chiede l'amicizia su Facebook, poi vi chiede di che vi occupate, che fate, se siete sposati....quando tutte queste info si raggiungono con un click sul vostro profilo? La miglior protezione dei nostri dati è LA PIGRIZIA!

Felice di esser smentito : - )
Nanni Bassetti 

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